Da ieri i Gessi Messiniani della bassa collina reggiana tra Vezzano sul Crostolo, Albinea e Scandiano sono Patrimonio UNESCO

I Gessi dell’Emilia-Romagna son Patrimonio Unesco.
Il sì alla candidatura avanzata dalla Regione Emilia-Romagna del “Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale” a World Heritage è arrivato ieri nella sessione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura riunitasi in Arabia Saudita.

I Gessi Triassici della Valle del Secchia (tra Villa Minozzo, Castelnovo Monti e Ventasso) e quelli Messiniani della bassa collina reggiana tra Vezzano sul Crostolo, Albinea e Scandiano sono due dei sette siti che costituiscono il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino settentrionale” tra le province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.

Grande soddisfazione nonché gratitudine nei confronti di chi ha reso possibile un tale risultato anche da parte dell’Amministrazione Comunale di Vezzano sul Crostolo che, con Delibera del Consiglio Comunale N. 33 del 29/11/2021, aveva  approvato il “Protocollo d’intesa per il supporto alla candidatura dei fenomeni carsici gessosi dell’Emilia-Romagna alla World Heritage list dell’UNESCO”.

I Gessi Triassici e Messiniani patrimonio dell’Umanità Unesco (dalla Gazzetta di Reggio del 20 settembre 2023)

I Gessi Triassici della Valle del Secchia e quelli Messiniani della collina reggiana sono Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Lo sono da ieri, giornata storica per l’Appennino: poco dopo le 14.30 il martello del presidente Unesco Abdulelah Al-Tokhais ha battuto il colpo dell’assenso per il riconoscimento a World Heritage della candidatura avanzata dalla Regione Emilia-Romagna e dal governo italiano del “Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale”.
Grande la soddisfazione dalla delegazione italiana che ha partecipato alla 45ª sessione estesa del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco, riunita a Riyad (Arabia Saudita).
I gessi della Valle del Secchia (tra Villa Minozzo, Castelnovo Monti e Ventasso) e quelli di Albinea, Vezzano sul Crostolo e Scandiano sono due dei sette siti che costituiscono il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino settentrionale” tra le province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale.
Queste rocce si sono formate in seguito all’evaporazione delle acque marine.
«Una cosa straordinaria, ancora non riusciamo a prenderne la misura – dice Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, per l’occasione presente a Riyad -. I nostri Gessi, sottovalutati per decenni e solo recentemente riscoperti, entrano dalla porta principale nel gruppo dei più importanti beni naturali del mondo. Un valore che resterà e crescerà nel tempo. Questa giornata è la pietra miliare di un processo generativo: servirà tempo sia per capirne e condividere l’importanza, sia per mettere a valore questo riconoscimento internazionale e di respiro storico. Indubbiamente, dipenderanno molto da noi anche le potenziali ricadute, ma già di per sé questo è un dato irreversibile».
Giovanelli sottolinea che ora i Gessi fanno parte di «una élite mondiale: la rete del patrimonio naturale dell’umanità, che conta 260 siti in tutto il mondo. È una consegna di responsabilità a tutti gli abitanti e tutti noi. Un particolare grazie alla Regione Emilia-Romagna e all’assessore regionale Barbara Lori, all’ambasciatore Liborio Castellino, ai geologi e alla nostra Alessandra Curotti, agli studiosi e ai funzionari pubblici che ci hanno lavorato con competenza e passione straordinarie. E ai tanti progetti Trias, Gypsum, che passo passo, localmente e non solo, hanno fatto crescere conoscenza, consapevolezza e gestione».
La candidatura fa riferimento a testimonianze straordinarie dei principali periodi dell’evoluzione della Terra. Riguarda una zona ricca di depositi evaporitici che generano forme carsiche significative per lo studio della disgregazione del supercontinente Pangea, avvenuta circa 200 milioni di anni fa, e della crisi del Messiniano nel Mediterraneo, di circa 5 milioni di anni fa, con la chiusura dello stretto di Gibilterra. Nel gennaio 2022 il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco aveva deciso di proporre il carsismo emiliano-romagnolo come candidatura italiana alla lista del Patrimonio mondiale.
Tra il 21 e il 28 novembre scorso la commissaria Unesco Gordana Beltram è stata in Emilia-Romagna e nella Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano per sopralluoghi e incontri con esperti scientifici, organi di gestione, stakeholder istituzionali e locali per conoscere da vicino il patrimonio ambientale, storico e culturale dei Gessi. In febbraio sono state prodotte alcune integrazioni valutate dai 21 membri Comitato del Patrimonio mondiale.
Nel luglio scorso si è concluso l’iter di valutazione tecnica, con la proposta di una bozza di decisione in merito all’esito della candidatura, accompagnata da prescrizioni e raccomandazioni. Ieri l’epilogo.