Dalle operazioni segrete della lotta di Liberazione contro i nazifascisti ai set della Hollywood anni ’60, passando per la tragica ed allo stesso tempo eroica esistenza di un protagonista dimenticato della nostra Resistenza: il vezzanese Mario ‘Rubens’ Giberti, vice comandante della squadra Gufo Nero, rapito e sparito il 6 gennaio 1946.
E’ il filo conduttore del romanzo “Il paradiso dei folli”, scritto dal giornalista reggiano Matteo Incerti, che verrà presentato venerdì 9 ottobre alle 20.30 presso la Biblioteca Comunale di Vezzano sul Crostolo nell’ambito delle iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale in occasione dei BiblioDays. Alla serata parteciperanno l’autore, la staffetta del Gufo Nero Giovanna Quadreri, i familiari di Giberti.
“L’Amministrazione Comunale coglie l’occasione dei BiblioDays per proporre una nuova iniziativa che conferma la nostra volontà di proseguire sulla strada intrapresa in diverse altre occasioni; – ha dichiarato Ilenia Rocchi, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura – quella di voler contribuire a fare memoria, a salvaguardare e trasmette il ricordo di episodi anche dolorosi della nostra storia quale spunto di riflessione per costruire un futuro migliore per le nuove generazioni”.
Tutte le vicende del romanzo ruotano intorno ad alcuni partecipanti all’assalto al comando tedesco di Botteghe di 70 anni fa, a cui partecipò anche Mario ‘Rubens’ Giberti. L’autore ha scoperto e romanzato nuove vicende in una cavalcata di storie vere che parte nel 1943 e arriva al dicembre 2013. In queste s’intreccia anche uno dei misteri del dopoguerra reggiano. Parliamo appunto dell’omicidio politico di Mario ‘Rubens’ Giberti, agente della polizia partigiana scomparso nel nulla perché sapeva troppo del delitto Vischi.
“Non vogliamo riaprire oggi vecchie ferite. Inoltre deve essere chiaro che la Resistenza ed i suoi valori non si toccano. Ma l’odio di quel giorno del gennaio 1946 tradì il sogno libertà e giustizia di Mario ‘Rubens’ Giberti – spiega l’autore Matteo Incerti – Insieme al Comune di Vezzano desideriamo ricordare un eroe dimenticato della Resistenza reggiana che non ha potuto godere della democrazia per la quale lottò. Sono passati settant’anni. Certo che, se per miracolo qualcuno ancora in vita conosce il luogo di sepoltura di ‘Rubens’ in tanti ne sarebbero grati, in primo luogo la famiglia Giberti”.