Sentiero Torrente Crostolo

( 1 ) L’alveo del torrente Crostolo.
Il tratto iniziale del “Sentiero Natura” costeggia per alcune centinaia di metri l’alveo del torrente Crostolo.
Il corso d’acqua mostra, in questo primo tratto, deboli segni di approfondimento ed il corpo idrico si snoda in corrispondenza di spessi depositi di ghiaie e ciottoli che contribuiscono a filtrare l’acqua, dando rifugio a piccoli pesci ed insetti acquatici.
Lo scorrere delle acque tra i sassi ne favorisce inoltre l’ossigenazione, determinando in tal modo un’efficace autodepurazione.
Le sponde sono ricche di vegetazione e creano condizioni favorevoli per il rifugio e la riproduzione della fauna ittica.

Il questo primo tratto il torrente Crostolo ha quindi pressochè conservato le sue caratteristiche originarie, contraddistinte da un ampio greto nel quale scorre la massa d’acqua suddivisa in più rami; è utile paragonare questo primo tratto con l’aspetto che il torrente mostra invece a valle della briglia, ove il notevole approfondimento del greto ha sconvolto l’originario equilibrio ecologico.

( 2 ) La siepe alberata
Il sentiero si inoltra, in questo tratto, in adiacenza ad una folta siepe costituita da arbusti autoctoni ai quali si associano numerosi esemplari di alberi ad alto fusto.
Le principali specie arbustive presenti in questo tratto sono il Corniolo, il Pruno selvatico, il Biancospino, il Sanguinello e l’Evonimo.
Tra le alberature sono invece notabili numerose Querce (farnie, cerri e roveri), Ciliegi selvatici, Olmi, Aceri campestri e Pioppi neri.
A livello del suolo compare, all’inizio di primavera, la vistosa fioritura di numerose specie erbacee, alcune delle quali protette dalla Legge ‘Regionale n° 2/77. Si segnala, oltre a queste, il Dente di cane, ‘la Primula comune, l’Anemone gialla, l’Anemone nemorosa, il Muscari comoso e la Giunchiglia.
Le specie arboree ed arbustive presenti in questo tratto del sentiero sono indicative delle varietà presenti all’interno dei cosiddetti boschi sub,montani del pedecolle reggiano.

( 3 ) La saliceta
Grazie all’abbondanza d’acqua presente nel sottosuolo si è sviluppato in questo tratto un esteso bosco di salici bianchi; il Salice bianco è una specie arborea a rapida crescita, riconoscibile per le foglie lanceolate che sono inferiormente bianche.
A livello del suolo.è osservabile un folto tappeto. di piante erbacee, tra le quali si segnala il Sambuco nero, Il Rovo e l’Ortica comune. Quest’ultima specie si è sviluppata con particolare rigoglio in quanto le acque del torrente hanno qui depositato abbondante materiale organico azotato, che è appunto prediletto da questa specie vegetale: l’Ortica è infatti una specie vegetale “nitrofila”.

( 4 ) La radura nel bosco.
In questo punto didattico è stato, realizzato un tavolato in legno per agevolare l’attività di ricerca ed osservazione naturalistica.
I tronchi utilizzati provengono da materiale rinsecchito trasportato dal fiume: si osservi la gran quantità di gallerie che si intrecciano sulla superficie esterna dei tronchi, la cui origine è dovuta ad insetti che si nutrono del materiale ligneo putrescente (insetti xilofagi).
La radura è stata originata dalla caduta di alcuni grandi salici bianchi avvenuta in occasione di un fortunale occorso nel 1992; tutt’attorno, anche lungo il sentiero, sono tutt’ora visibili i fusti di altre grandi alberature, anch’esse abbattute dal temporale.
Nel fianco sinistro della tavolata è visibile la traccia di una muraglia, eretta tempo addietro per proteggere dalle acque in piena i campi circostanti; questa muraglia è attualmente sollevata di alcuni metri rispetto all’attuale livello del corso d’acqua; in corrispondenza dell’argine si sono sviluppate numerose alberature, tra le quali segnaliamo grandi querce e un bell’esemplare di Ciliegio selvatico.

( 5 ) Il grande tronco
E’ qui visibile quanto rimane di un grande tronco di Salice bianco che è stato furtivamente asportato negli anni passati.
E’ rimasta soltanto la base del tronco, con parte del suo apparato radicale: grazie al taglio regolare, probabilmente dovuto all’utilizzo di una sega a motore, è visibile il cosiddetto “libro” dell’albero, ovvero la struttura interna del tronco stesso.
E’ possibile contare gli anelli di accrescimento, risalendo in tal modo all’età dell’albero, non chè misurare lo spessore della corteccia ed i segni dovuti alla presenza di insetti xilofagi

( 6 ) L’antica canalina
Il ponticello in legno scavalca, in questo punto, l’alveo di un antico canale la cui origine risale al medioevo.
E’ questa, infatti, la cosiddetta “Canalina”, fatta realizzare agli inizi del XIII secolo da un vescovo del Comune di Reggio La “Canalina” alimentava con le sue acque numerosi mulini Situati nelle campagne tra Albinea e Reggio, attraversando l’attuale abitato di Canali donde si ricongiungeva nuovamente Al Crostolo in prossimità della località San Pellegrino.
Durante tutto il medioevo, e sino ai primi decenni del Xx secolo l’acqua costituiva la principale fonte di energia che permetteva di
Azionare i mulini per la macinazione del grano e altri cereali, i magli per la lavorazione del ferro e di altri metalli, i folli per la lavorazione delle lane ed altri opifici idraulici, la cui tecnologia Costruttiva era gelosamente tramandata di generazione in generazione.

( 7 ) La briglia sul torrente
A causa del rapido approfondimento del livello delle acque del torrente Crostolo, che ha cominciato a manifestarsi circa 30 anni fa, è stato necessario costruire una grande briglia di cemento armato, tramite la quale è stato possibile arrestare, verso monte, il procedere del fenomeno.
Si osservi il notevole dislivello fra la quota del torrente Crostolo a monte ed immediatamente a valle della briglia.
Tale dislivello è stimabile in circa 6-7 metri e denota l’imponenza del fenomeno erosivo.
A valle della briglia il torrente è completamente incassato entro ripide pareti di argilla che, in caso di piena, convogliano con pericolosa rapidità grandi masse d’acqua.

( 8 ) Il bosco umido e le sorgenti di greto.
Il tratto di “Sentiero Natura” che si snoda a valle della briglia possiede particolare interesse naturalistico: è qui infatti osservabile un’estesa zona umida alimentata da sorgenti perenni, che scaturiscono in corrispondenza della linea di contatto fra le ghiaie permeabili e le compatte argille azzurre impermeabili del sottosuolo. La presenza di acqua a temperatura costante durante tutto il periodo dell’anno facilita lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione erbacea, caratterizzata da specie acquatiche: tra queste si segnalano la Carice, la Canna di palude, l’Equiseto palustre, l’Equiseto comune, il Miosotis, la Mestolaccia ed il Giunco. In questo tratto la vegetazione arborea è pressochè esclusivamente rappresentata da salici bianchi, che costituiscono la specie arborea più adatta a vegetare in ambienti perennemente allagati. Si osservi il fondo scuro dei ruscelletti che percorrono la zona, dovuto all’accumulo di notevole quantità di erbe e rami putrescenti che, nel corso degli anni, daranno probabilmente origine a strati di torba. In corrispondenza dei numerosi ruscelletti alimentati da sorgenti perenni che si snodano nel bosco umido sono stati realizzati piccoli ponticelli e passaggi con paletti. A causa dell’elevata delicatezza naturalistica del luogo è necessario mantenersi strettamente in corrispondenza del sentiero, evitando di calpestare la vegetazione circostante.

( 9 ) Il ciglio del terrazzo fluviale
Un parapetto in legno delimita, in questo punto, il ciglio della scarpata entro cui scorre il torrente Crostolo. Si osservi il notevole approfondimento del torrente, le cui acque sono completamente incassate entro ripide pareti di argilla; questa argilla viene denominata “argilla azzurra pliocenica” e trae origine da segmenti finissimi accumulatisi alcuni milioni di anni fa sul fondo dell’antico go)fo marino che durante il terziario superiore (pliocene) si estendeva su gran parte dell’attuale pianura padana.
L’origine marina di questa argilla è dimostrata dal gran numero di resti fossili che si possono rintracciare al suo interno; in alcuni punti compaiono vere e proprie stratificazioni assai ricche di gusci appartenenti a bivalvi, gasteropodi, nonchè coralli solitari ed echinodermi marini.
In corrispondenza della radura prativa circostante il parapetto in legno sono visibili alcune interessanti varietà di piante erbacee: tra queste si segnala la Galega, un tempo ricercata per le sue proprietà di favorire la produzione del latte.

( 10 ) L’Ontano nero
Nel fianco di un ruscelletto alimentato da acque sorgenti, si innalza un notevole esemplare di Ontano nero. Si tratta di una specie arborea poco frequente che, unitamente al salice bianco, caratterizza i cosiddetti boschi umidi ed allagati. E’ qui visibile un esemplare di notevoli dimensioni in ottimo stato vegetativo.
Si ritiene che l’Ontano fosse pianta sacra ai popoli celtici, che nella preistoria abitarono il territorio padano. Ritrovamenti fossili di questa pianta in siti archeologici dell’età del ferro sembrano avvallare la tesi, peraltro legata alle caratteristiche di quest’albero che anche in pieno inverno.

( 11 ) Il trovante granitico
In geologia con il termine “trovante” si indicano delle masse rocciose, più o meno grandi, inglobate all’interno di argille od altri tipi di rocce, senza avere, apparentemente, alcun rapporto stratigrafico con esse. Il masso granitico qui indicato costituisce un interessante esempio di “trovante”, originariamente inglobato nelle argille del medio Appennino reggiano ove è stato scalzato dalle acque piovane e trasportato nel fondovalle del Crostolo; il torrente, in occasione delle sue piene, ha successivamente rimosso il masso, trasportandolo per lungo tratto verso valle (fluitazione) fino a depositarlo nel luogo nel quale è tuttora visibile. Questo “trovante” è interamente costituito da un tipo di granito, roccia di origine ignea; probabilmente trattasi di un frammento dei livelli più profondi della crosta terrestre, staccati e spinti in superficie ad opera di emissioni laviche avvenute in antichi periodi geologici. Probabilmente l’eruzione vulcanica che ha “veicolato” questo granito risale a circa un centinaio di milioni di anni fa, mentre l’età del granito stesso è forse riconducibile a periodi assai più antichi.

( 12 ) La Gariga
Il “Sentiero Natura” attraversa, in questo tratto, un lembo di greto abbandonato da lungo tempo. Per questo motivo il suolo, essezialmente ciottoloso, è arido e pressochè privo di umidità; ne consegue che vi si è potuta sviluppare soltanto una vegetazione specializzata a sopravvivere in queste difficili condizioni di forte insolazione e notevole carenza idrica; qui si incontrano infatti numerose piante
“crassulente” così denominate dal loro particolare adattamento, che ha trasformato le foglie in altrettanti piccoli turgidi serbatoi di acqua piovana, da immagazzinare per periodi siccitosi.
Tra queste piante crassulente segnaliamo in particolare l’Erba Pignola, che crea piccoli tappeti a livello del suolo.
Altre piante erbacee aridofile sono l’Elicriso, l’Assenzio e l’Eliantemo. Fra gli arbusti compare invece la Ginestra comune, la Rosa selvatica, il Biancospino e il Prugnolo selvatico.
Gli alberi sono invece rappresentati dall’Orni elio e dalla Roverella.

( 13 ) La confluenza del Torrente Vendina
D’ qui visibile la confluenza del torrente Vendina nel Crostolo; entrambi i corsi d’acqua sono, in questo tratto, profondamente incassati tra ripide pareti argillose; il fenomeno, che viene definito “canalizzazione”, trae origine dal prelievo di eccessive quantità di ghiaia ed altri inerti avvenuto negli anni passati, sia lungo il greto del Crostolo che all’interno del torrente.
Un corso d’acqua canalizzato non è in grado di svolgere un’efficace azione di autodepurazione a causa della ridotta capacità di ossigenazione della massa d’acqua, mentre gli animali acquatici hanno notevole difficoltà a riprodursi e trovare luoghi entro cui rifugiarsi.
Le piene esercitano qui tutta la loro potenza, trascinando con se animali e piante e creando situazioni di pericolo per i principali manufatti situati a valle.
Si osservi, sulla riva destra del torrente Vendina, la folta garinga a Ginestra comune, Orniello ed altre piante aridofile.