A volte accadono buone cose per la comunità, solo perché un cittadino propone un’idea. È stato così per la nascita della biblioteca di Vezzano sul Crostolo, cinquanta anni fa. È avvenuto agli inizi degli anni Settanta, periodo in cui la partecipazione alla vita pubblica era molto sentita e dove forse i paletti burocratici erano meno stringenti di adesso. Era inoltre un mondo in cui molto era ancora da costruire e le spinte ‘dal basso’ erano potenti.
Ecco com’è successo.
Era l’estate del 1972 e Anna Catellani, giovane ventenne che abitava a Vezzano, aveva appena terminato la sua esperienza come insegnante nel doposcuola del paese. Si era accorta con rammarico che i bambini non avevano un luogo dove trovare i libri per le loro ricerche. Di suo amava molto leggere e stava pure seguendo un corso di studi sulla classificazione bibliografica con il metodo Dewey.
Senza pensarci due volte, si è subito recata dal sindaco, Carlo Gennari, per esporgli la sua richiesta. “Ma nessuno dei piccoli Comuni come Vezzano ha una biblioteca pubblica!”, è stata la sua immediata reazione. Subito dopo deve avere pensato che non era una ragione sufficiente per non averla, anzi, perché Vezzano non poteva essere fra i primi a inaugurare questa tendenza? Infatti ha immediatamente messo in moto tutte le procedure per realizzarla.
Crea subito un comitato di gestione e, già nel dicembre del 1972, il consiglio comunale ne approva il regolamento, poi ratificato nell’aprile 73 con nuove formulazioni. Sempre nell’aprile del 73, i consiglieri decidono di acquistare i libri: 471 titoli, per un importo presunto di un milione e 851.500 lire. Si fa una gara. La vincerà la libreria “Rinascita” che presenterà la proposta più conveniente: un milione e 647.000 lire, in più offre assistenza nelle attività culturali. Nel luglio del ’73 i consiglieri stabiliscono la cifra per l’acquisto di mobili (453.000 lire) per arredare le due stanze adibite a biblioteca e situate nell’ultimo piano del vecchio edificio, poi abbattuto, che prendeva il posto dell’attuale sede del Comune. Infine il 17 novembre 1973 l’inaugurazione.
L’inaugurazione 50 anni fa
I passi che hanno preceduto quel giorno fatidico sono significativi per entrare nel clima dell’epoca.
Proprio in quel periodo a Reggio Emilia era appena stata realizzata la prima biblioteca di quartiere, a Rosta Nuova. Si dà il caso che Anna Catellani avesse collaborato in maniera naif, come poteva succedere in quel tempo, alla sua creazione. Si dà anche il caso che Anna godesse dell’amicizia di Marisa Bonazzi, artista e moglie dell’allora sindaco di Reggio. È stata lei che l’ha aiutata a fare arrivare a Vezzano l’ospite d’onore per l’inaugurazione, il poeta spagnolo Rafael Alberti.
La scelta di Alberti aveva un suo perché. Era infatti stato deciso di intitolare la biblioteca al poeta cileno e Nobel per la letteratura, Pablo Neruda, morto pochi mesi prima e in circostanze dubbie durane il regime di Pinochet, a cui si opponeva. Neruda e Alberti erano molto legati, sia per interessi culturali che politici.
Arriva il 17 novembre del 1973, giorno solenne dell’inaugurazione della biblioteca “Pablo Neruda” a Vezzano sul Crostolo. Avere come padrino Rafael Alberti era un po’ come avere Neruda in persona; Alberti era infatti considerato il suo alter ego.
Nelle due stanze all’ultimo piano del vecchio edificio, con mobili essenziali e le scaffalature ancora semi vuote, ma con lo spazio affollato di persone, si è celebrato un giorno di soddisfazione. Per avere osato, per la possibilità di un sapere condiviso e gratuito, per avere posto le basi affinché le nuove generazioni potessero crescere amando ed espandendo la conoscenza.
Un sentire rafforzato dal commento di Alberti, ammirato da questo piccolo paese che voleva aprirsi al mondo: “Siete piccoli, ma siete bravi per avere voluto posare la prima pietra della cultura”. Annuiva, condividendone il senso, anche la moglie del poeta spagnolo, Maria Teresa Leon, pure poetessa, che lo accompagnava.
Era così diventata una realtà quella minuscola biblioteca comunale, che però si è subito ‘messa in rete’ con le altre.
Anna Catellani rimarrà solo pochi mesi dopo l’inaugurazione e come collaboratrice esterna.
Claudia Sandrini può quindi essere considerata la prima bibliotecaria ufficiale del “Pablo Neruda”. Inizialmente lavorava poche ore settimanali; allora la biblioteca era aperta due mattine, due pomeriggi e due sere la settimana.
Il consiglio di gestione sceglieva i libri da acquistare che venivano suggeriti da lei, attenta alle esigenze dei lettori e di coloro che ruotavano intorno alla biblioteca. Ne acquistavano 200 o 300 all’anno. Risalgono poi a quei periodi alcuni eventi significativi, quali mostre fotografiche presso la pineta e concerti nell’ambito di Musica in piazza; a livello provinciale la partecipazione a Mundus e Concerti in villa.
La biblioteca oggi
Se l’ispirazione iniziale per aprire una biblioteca pubblica erano state le esigenze dei giovanissimi studenti, anche nelle scelte attuali è riservata loro un’attenzione speciale, a partire dai piccolissimi. Lo si capisce entrando nell’accogliente e nuovo edificio, parte dell’ex mulino Boni; è realizzato in legno naturale, pietra e grandi vetrate, che permettono allo sguardo di riposare nel verde circostante.
C’è la ludoteca, lo spazio prime letture e i libri tattili; quindi la narrativa ragazzi, i giochi di società che danno a prestito e giocattoli che i piccoli possono utilizzare in questo spazio. L’attuale bibliotecaria, Simona Ilari, sottolinea che sono sempre fornitissimi anche di materiale creativo, quali fogli, cartoncini, colori, fili; nonché di opere realizzate dai ragazzi durante i laboratori creativi. La biblioteca collabora infatti con le scuole, quando richiesto. I ragazzi hanno anche costruito particolari promemoria per la data di scadenza del prestito, oppure recensioni personali, che vengono allegate ai libri. La biblioteca è anche ‘andata’ nel nido locale, facendo letture sul posto e lasciando qualche libro in dono. Nella sezione ragazzi è presente pure una parte di saggistica. Non manca nemmeno una raccolta di favole antiche donate dagli utenti e catalogate dai bambini. Ci sono poi testi per gli adolescenti e giovani adulti; fumetti, cucina, guide turistiche, dvd.
Gli adulti hanno a disposizione narrativa e saggistica. Non mancano libri datati, ma ancora richiesti.
Esiste poi un reparto fornitissimo di libri donati, catalogati e utili per gli scambi.
La biblioteca di Vezzano aderisce inoltre al Sistema bibliotecario della Provincia di Reggio Emilia. Il sistema permette agli utenti, tra l’altro, di fruire del servizio di prestito inter bibliotecario nella forma del “prestito in rete” e di accesso a contenuti digitali di Emilib (Emilia digital library).
La parte esterna della biblioteca, soprattutto di sera nel periodo estivo, ospita manifestazioni culturali e di intrattenimento. Particolarmente ricco è stato il calendario della scorsa estate, già in odore di festeggiamenti per il Cinquantesimo.
Così com’è ampia l’agenda elaborata dall’assessorato alla Cultura di Vezzano che, soprattutto nel mese di novembre, vuole ricordare questo importante compleanno, a partire dal 12, giorno della Fiera di San Martino. Al giorno 17 è riservato un aperitivo e la presentazione del libro “Il Paese – Vezzano sul Crostolo in piazza” di Daniela Dall’Aglio.
La biblioteca del futuro
La Giunta di Vezzano, il 10 ottobre scorso, ha deliberato l’approvazione e sottoscrizione della “Carta di Milano delle biblioteche – per un servizio bibliotecario equo, sostenibile e inclusivo”. La nostra biblioteca rientra così nel circuito delle maggiori biblioteche nazionali, condividendo gli obiettivi fondamentali di fare della biblioteca una componente fondamentale di ogni strategia a lungo termine per la cultura. Per garantire, inoltre, che la biblioteca sia la casa di tutti, mantenendo gratuito l’accesso ai suoi servizi; infine mettere a disposizione della biblioteca spazi adeguati e personale professionalmente preparato.
Per questo scopo sarà fondamentale il futuro ampliamento della biblioteca, quando sarà completata la ristrutturazione dell’ex Mulino Boni che, tra l’altro, permetterà la realizzazione di nuove salette di lettura e studio, un’area espositiva e una grande sala per rappresentazioni culturali e artistiche.