Grande partecipazione ed emozione per la cerimonia di firma del Patto di Amicizia tra il Comune di Vezzano sul Crostolo e il Comune di Friolzheim (Baden-Wurttemberg – Germania). Tanti i vezzanesi che hanno voluto essere presenti domenica 11 novembre in Piazza della Vittoria e che, insieme agli ospiti tedeschi, hanno festeggiato questo importante momento per le due comunità.
Gli interventi del Sindaco di Friolzheim Michael Seiss, del Sindaco di Vezzano sul Crostolo Mauro Bigi (che riportiamo di seguito) e del Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna Giammaria Manghi – seguiti con grande attenzione e partecipazione dai presenti – sono stati introdotti dall’inno tedesco ed italiano nonché accompagnati dall’Inno alla gioia ed altri canti eseguiti dalla Scuola Comunale di Musica e dal Coro Mundura di Montalto.
Al termine della firma del Patto di Amicizia da parte dei Sindaci l’emozione è sfociata in un lungo applauso, cui ha fatto seguito lo scambio dei doni. La comunità vezzanese ha donato al Sindaco e alla comunità di Friolzheim la scultura “La mano della solidarietà che sostiene il mondo” del vezzanese Palmiro Incerti, mentre alla comunità di Vezzano sono stati donati i cartelli stradali riportanti la dicitura “Friolzheim e Vezzano sul Crostolo uniti in amicizia”.
Buonasera a tutti!
Vorrei innanzitutto porgere un cordiale e caloroso benvenuto al collega Michael Seiss, ai carissimi amici ospiti provenienti da Friolzheim, all’amico e oggi sottosegretario regionale Giammaria Manghi, che ringrazio per la presenza, a tutte le autorità oggi intervenute.
Ed un caro saluto e ringraziamento per voi tutti concittadini e non oggi qui presenti, in particolare a tutti i consiglieri comunali ed a tutti i membri del Comitato di Gemellaggio locale che hanno reso tutto questo possibile.
Come i miei concittadini sanno io non leggo quasi mai i discorsi ma in questa occasione per ovvi motivi di traduzione dovrò farlo….
Carissimo Michael, grazie di cuore, a nome di tutta la nostra comunità per le parole qui pronunciate che bene hanno delineato questo nostro Patto di Amicizia, e la sua storia ed a cui credo poco si possa aggiungere.
Vorrei allora solo sottolineare quattro parole chiave del tuo discorso:
Europa.
Oggi qui sigliamo il patto di amicizia di un comune italiano con un comune tedesco. O potremmo dire semplicemente di due comuni europei. In questi 70 anni di pace, il periodo più lungo che il nostro continente abbia conosciuto, come popoli diversi abbiamo imparato a conoscerci ed a camminare insieme. Un cammino non sempre facile, come la storia ci ha insegnato e ci sta insegnando anche in questi ultimi mesi.
Questo è il primo ed unico Patto di Amicizia del nostro comune. E voglio pensare che non sia un caso che nasca proprio in questi tempi difficili. Dove i valori fondanti dell’Unione Europea come democrazia, uguaglianza, cooperazione, tolleranza, convivialità delle differenze, lo stesso concetto di un’ Europa unita, non sembrano più essere largamente condivisi. Ma noi ci crediamo ed insieme a voi vogliamo continuare a sostenerla e ribadirne i valori.
Storia.
Abbiamo vissuto sulla nostra pelle, come tantissime comunità del nostro paese e del nostro continente, gli orrori delle guerre. Nella Prima Guerra Mondiale, dalla nostra piccola comunità sono partite per il fronte e non più tornate oltre cento persone! Un morto ogni trenta persone, senza contare feriti ed invalidi. Uno o più per famiglia… Una vera e propria strage. Nella Seconda Guerra Mondiale la strage delle Bettola e i morti sui vari fronti, tra cui quello interno. E voi stessi, cari amici di Friolzheim, quando siamo venuti a trovarvi ci avete raccontato come il vostro piccolo paese è stato quasi completamente distrutto dai bombardamenti Alleati. Queste sono le radici della nostra storia. Queste sono le radici di questo gemellaggio, che vuole gridare mai più ad ogni forma di violenza e di guerra.
E la pace si può costruire solo attraverso il reciproco perdono e il superamento dei conflitti in termini positivi e costruttivi. Non a caso abbiamo scelto voi, un piccolo paese tedesco.
Amicizia.
Si in questi anni è nata un’amicizia tra le nostre comunità e tra le singole persone delle nostre comunità. Abbiamo già qualche turista quest’estate, in modo indipendente, che è venuto a trovarvi e da voi ci è venuto a trovare.
Io credo come tu hai ben sottolineato che siano questi i due binari su cui fare scorrere il treno del nostro gemellaggio. Da un parte gli incontri ufficiali, le visite organizzate, la partecipazione alle feste, i piccoli scambi commerciali. Dall’altra gli scambi tra le persone, le conoscenze, le amicizie che in questi eventi ed incontri possono e devono sorgere, e che appunto dobbiamo incrementare.
Giovani.
E qui vorrei che ci dessimo l’obiettivo comune, non di facile attuazione, di coinvolgere sempre di più i nostri giovani, le nostre scuole, le loro famiglie, le associazioni. Perché sono loro il futuro. Mia figlia sta studiando in Ungheria, per un anno, quarta superiore, ospitata in una famiglia. E un’esperienza che cambia positivamente la vita, un’esperienza formativa unica e che lega per sempre persone, famiglie e comunità anche distanti tra loro. Non so oggi come, ma credo che sia il terreno da sperimentare. I giovani devono essere in cima alle nostre comuni agende dei prossimi anni. Perché è soprattutto a loro che questo Patto di Amicizia è rivolto.
Cari amici di Friolzheim e di Vezzano, oggi firmiamo questo nostro Patto di Amicizia proprio nel giorno di San Martino, un santo decisamente europeo.
San Martino era Ungherese (allora Pannonia), con un nome greco-romano (Martino dal dio Marte) datogli dal padre, tribuno romano. Ritornato in Italia (Pavia), venne inviato come soldato in Francia ( allora Gallia), dove si convertì e divenne vescovo, a seguito del famoso episodio del mantello. Quando, incontrato un mendicante seminudo, con la spada tagliò in due il proprio mantello militare per salvarlo dal freddo, condividendolo; per poi alla mattina ritrovare il proprio mantello ancora perfettamente integro.
Vorrei rileggere l’episodio, non dal punto di vista religioso. Se per la nostra storia siamo abituati a viaggiare, a conoscere altre persone, altre culture, siamo chiaramente più aperti all’incontro dell’altro. Ed ad incontri che possono cambiarci la vita veramente, come fu per San Martino. Perché l’apertura all’altro non è una predisposizione innata, ma culturale che cresce in noi attraverso l’educazione e l’esperienza, e soprattutto gli incontri stessi.
Ecco allora io mi auguro e auguro a tutti noi che questa Amicizia tra le nostre due comunità possa aiutarci a cogliere nell’incontro con l’altro gli aspetti più positivi, arricchendo la vita di ciascuno e di tutta la comunità, e siano un atto di speranza per il mondo stesso.
Ed allora come hai detto tu caro Michael: “Lunga vita alla nostra amicizia!”
Mauro Bigi – Sindaco Vezzano sul Crostolo