Enel, Telecom, Poste: servizi e disservizi

    Dopo la recente esperienza del grande blackout dell’Enel, i cittadini dei nostri comuni stanno vivendo altri disservizi su servizi fondamentali.
   
    Nel mio Comune un ristorante è da settimane senza la linea telefonica, in una zona dove il cellulare non sempre prende. E nonostante le mille telefonate sue, dell’associazione di categoria e negli ultimi giorni anche mie, ancora non è successo nulla. Anche perché i “poveretti” che rispondono al 187 o al numero verde continuano a sincerare che entro la sera stessa il guasto verrà riparato. E’ evidente come questo si traduca in un incalcolabile danno economico. E così i malcapitati cittadini sono disperati e furiosi.

    Situazione che condivido visto che anche nella mia casa/azienda a Casina la linea telefonica non funziona da giovedì mattina! Sette giorni! E per un’azienda come la mia la cui clientela deve prenotare telefonicamente… è un omicidio! E quando sabato sono venuti a ritirare il prodotto, anche il Bancomat non funzionava, e naturalmente non avevano contanti o assegni (a proposito di moneta elettronica…).

    E che dire delle Poste che hanno dichiarato questa primavera di voler chiudere gli uffici “periferici”? Queste sono le privatizzazioni in Italia.

    Del resto è chiaro. Una Società per Azioni ha come finalità quella di fare legalmente i maggior utili possibili per i propri azionisti, altrimenti li tradirebbe. C’è un’eticità intrinseca. E quindi se mantenere nel tempo un disservizio rende più della sua soluzione, e cioè di fornire il servizio, la scelta sarà inevitabilmente di fornire un disservizio.

    Tanto più riguardo ai costi di manutenzione. Fatti i calcoli che convenga mantenere una linea obsoleta piuttosto che sostituirla, la si lascia così com’è. Tanto le interruzioni di servizio fino a tre giorni non hanno alcun rimborso e le piccole manutenzioni costeranno meno dell’ammortamento della sostituzione stessa. E così io da oltre 20 anni rimango senza telefono diversi giorni all’anno.

    La soluzione fino ad oggi ipotizzata per evitare che succeda quel che succede è quella che il disservizio costi alla società più del servizio. Ma non ci si è riusciti, o forse è impossibile.

    Le privatizzazioni nei servizi fondamentali in un regime di monopolio “de facto” hanno fallito. Non solo, ma hanno arricchito pochi a discapito di molti, aumentando l’ingiustizia sociale.

    Soprattutto in un paese come il nostro dove non esiste la meritocrazia e la giustizia non funziona. Infatti le carriere dei manager non sono influenzate dai risultati. I risultati delle Autority, se penso alla Privacy o il recente caso di Enel, dove hanno accettato che i rimborsi fossero differenti in base alle dimensioni del comune, sono a dir poco insufficienti, e molto cari! E nel caso che oltre all’incompetenza, o alla errata analisi, si aggiunga il dolo, la giustizia italiana coi suoi tempi, vista l’età media degli amministratori, di fatto è sempre postuma.

    E così anche oggi io, Sindaco e cittadino, inoltrerò l’ennesimo sollecito, cercando di essere paziente e solidale con la telefonista a basso salario (non certo pari ad un decimo dell’AD come sarebbe giusto) che mi assicurerà che il ripristino avverrà entro le ore 24…

Mauro Bigi
Sindaco di Vezzano sul Crostolo (RE)
 

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