Sentiero Monte Duro

( 1 ) Inizio del bosco di monte Duro
Il punto didattico n° l indica il limite inferiore del bosco di Monte Duro che l’escursionista incontra in questo tratto; il bosco ha qui carattere ceduo ed è caratterizzato da ceppaie sparse, ricche di matricine sviluppatesi da vecchi tronchi tagliati per produrre legnatico.
Nei pressi si staglia un Pino silvestre, importante specie arborea, autoctona della zona, che incontreremo con esemplari monumentali più avanti lungo il percorso.

( 2 ) Sorgente di Casa Casino
Nei punti di contatto tra le rocce che formano l’ossatura del Monte Duro e le sottostanti argille impermeabili, si formano delle sorgenti che alimentano piccoli ruscelli perenni: è questo il caso, probabilmente, della sorgente di Casa Casino che offre, oltretutto, un importante
ristoro per l’escursionista.
Si osservi la limpidezza dell’acqua, particolarmente ricca di calcare, che permette la sopravvivenza di piante assai sensibili agli inquinamenti, quali il Nasturzio (Nasturtium officinale).

( 3 ) La pineta a Pino silvestre
In questo tratto il sentiero percorre una zona caratterizzata da un gran numero di pini silvestri, che ammantano i versanti più alti ed assolati del monte.
Il Pino silvestre è una specie pioniera, si tratta cioè di una pianta particolarmente adatta a colonizzare terreni aridi ed assolati, preparando il suolo per il successivo sviluppo delle piante arboree più esigenti, che formano i veri e propri querceti presenti nel territorio circostante. Il Pino silvestre è importante anche quale “indicatore climatico” in quanto è opinione che la specie si sia diffusa nel territorio emiliano a seguito
del raffreddamento climatico conseguente all’ultimo periodo glaciale, terminato da circa 10.000 anni.
Il limite meridionale di diffusione in Europa del Pino silvestre non va oltre l’appennino bolognese.

( 4 ) Pini silvestri monumentali
Sulla sommità dello spartiacque che delimita la valle del rio Cesolla si innalzano alcuni monumentali pini silvestri che raggiungono grandi dimensioni; si noti sulla superficie dei tronco una doppia scanalatura longitudinale, originata da potenti colpi di fulmine.

( 5 ) Il muro del Diavolo
La località contrassegnata con il punto didattico n° 5 è una delle più panoramiche dell’intera dorsale del Monte Duro: lo sguardo raggiunge le vette estreme del!’ Appennino tosco-emiliano, culminate dalla guglia del Monte Cimone, mentre a minore distanza si osserva in tutta la sua lunghezza la suggestiva dorsale del Monte Valestra – Monte Fosola.
A lato del sentiero si nota una curiosa conformazione rocciosa, rassomigliante ad una muratura in blocchi di pietra di grosse dimensioni: si tratta invece dei cosiddetti “Muri del Diavolo”, ovvero affioramenti sub-verticali di dure arenarie, che gli agenti atmosferici (acqua, gelo, vento, ecc.) hanno isolato dalle rocce circostanti che, essendo assai più plastiche ed erodibili, sono state completamente dilavate.
I “muri del Diavolo” sono costituiti da arenarie, ovvero sabbie marine cementate da carbonato di calcio, contenenti percentuali più o meno elevate di ossidi di ferro, che danno alla roccia una caratteristica tonalità giallastra.

( 6 ) La pineta del rio Cesolla e la valle del torrente Crostolo
Il punto didattico n° 6 è assai panoramico. Verso nord si osserva un ampio tratto della vallata del torrente Crostolo, delimitata sullo sfondo dal Monte del Gesso e, poco più a ovest, dall’inconfondibile rupe di Canossa.
Verso sud, invece, si apre la stretta valle del rio Cesolla, interamente rivestita, nel versante meridionale, da una fitta pineta arino silvestre. Tutt’attorno si osservano le caratteristiche marne che, assieme alle più dure arenarie, formano l’ossatura del monte; la roccia, assai tenera, si presenta disgregata e finemente fogliettata

( 7 ) Il ginestreto
Nei versanti più aridi e assolati del Monte Duro vivono e si sviluppano i cosiddetti “ospiti mediterranei”: si tratta di specie erbacee ed arbustive tipiche di ambienti più caldi di quelli presenti nel territorio emiliano, ma che qui trovano ugualmente buone condizioni di sopravvivenza. Una di queste specie è appunto la Ginestra (Spartium junceum) che forma fitti ricoprimenti sulla sommità dei versanti marnosl. Un altro ospite dei boschi di Monte Duro è il Pungitopo (Ruscus aculeatus).

( 8 ) Il castagneto
Il Castagno ha grande importanza alimentare in quanto, sino a pochi decenni fa, costituì una fonte di cibo per le popolazioni montanare; attualmente, invece, con l’esodo dalle campagne e l’abbandono dei boschi, questa coltura è stata abbandonata, come nel caso appunto del castagneto di Monte Duro.
Il Castagno è una pianta molto esigente in quanto non tollera la presenza dell’argilla, mentre si riproduce con facilità in presenza di suoli ricchi di silice; la presenza del castagneto indica l’esistenza di potenti strati arenacei, ricchi di silice, che sono essenziali per la sopravvivenza di questa specie.